sabato 5 Ottobre 2024

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Scienze della comunicazione: quali sbocchi lavorativi?

Nate e diffuse a partire dai primi anni ’90 (almeno nel nostro Paese), i corsi di laurea in Scienze della Comunicazione si apprestano a spegnere le 30 candeline. Oggi sono in molti gli studenti che continuano a scegliere questa facoltà. Ma quale futuro offre scienze della comunicazione? Quali sbocchi lavorativi?

In questo post approfondiremo gli sbocchi occupazionali che offrono le facoltà di Scienze della Comunicazione e vedremo, alla fine, se  i laureati in questo corso riescono a trovare un lavoro in linea con il proprio percorso di studi.

Scienze della comunicazione: sbocchi lavorativi

Il mondo della comunicazione è molto vasto. Si va dal giornalismo, alla televisione, al marketing, alla pubbliche relazioni, alla comunicazione pubblica, fino ad arrivare alle nuove professioni legate al digitale. Fare un elenco completo sarebbe impossibile! Per cui proviamo a raggruppare gli sbocchi professionali di scienze della comunicazione in base alle strutture che assumono personale competente in materia.

1. Media company

Quotidiani, riviste, canali televisivi, stazioni radiofoniche, siti internet, case editrici: le media company sono uno dei posti di lavoro più ambiti dai neolaureati in scienze della comunicazione. Spesso, però, si tratta di un mondo dove le condizioni di lavoro sono molto precarie, specie all’inizio, quando si richiede tanta gavetta. Inoltre, non è raro trovarsi a competere anche con persone che hanno seguito percorsi di studi totalmente differenti. La laurea in Comunicazione è, infatti, una marcia in più, ma non un requisito obbligatorio.

2. Grandi imprese

Le grandi imprese già da tempo hanno capito l’importanza della comunicazione e quasi sempre la gestiscono internamente, assumendo molti esperti e delegando ad agenzie esterne solo alcune realizzazioni più specifiche. Negli ultimi anni sempre più giornalisti, per esempio, vengono chiamati a dirigere l’area comunicazione di grandi aziende.

3. Agenzie di comunicazione

In Italia le piccole e medie imprese sono molto diffuse ma non tutte possono permettersi di curare da sole la propria comunicazione. Ecco, quindi, che entrano in gioco le agenzie di comunicazione. Queste ultime raggruppano team di professionisti che curano, per conto della piccola impresa, le campagne pubblicitarie, le relazioni con i media, i profili social, ecc., offrendo dei pacchetti completi a costi contenuti.

4. Pubblica Amministrazione

Nella Pubblica amministrazione la comunicazione  è disciplinata dalla legge 150/2000. Tale legge prevede tre figure principali che si occupano direttamente di comunicazione: l’addetto stampa, il portavoce e l’addetto all’Ufficio relazioni con il pubblico. Provando a semplificare, il primo si occupa dei rapporti tra l’Amministrazione e i media, il secondo rappresenta la voce ufficiale del vertice dell’ente e l’Urp cura le relazioni dirette con i cittadini. Oggi, però, sempre più enti decidono di offrire servizi innovativi, anche tramite social network, per cui capita molto frequentemente che vengano richieste anche professionalità specializzate in comunicazione digitale.

5. Libera professione

Con la laurea in scienze della comunicazione è possibile lavorare anche in proprio. Molti studenti decidono, per esempio, di aprire dei blog, realizzare delle start-up digitali, sperimentare forme innovative di comunicazione o semplicemente offrire i propri servizi di consulenza sul mercato.

I risultati dell’indagine di Almalaurea

Secondo un’indagine condotta da Almalaurea, i laureati in Scienze della Comunicazione che lavorano entro un anno dal conseguimento della laurea di primo livello sono il 66,3%. Tale percentuale sale per coloro che possiedono la laurea specialistica/magistrale (o laurea di secondo livello): in questi casi i neolaureati che trovano lavoro entro il primo anno salgono al 73,5%, percentuale che sale all’88,7% entro i 5 anni. In merito alle competenze acquisite all’università, il 29,3% degli occupati dichiara di utilizzarle in misura elevata nel proprio lavoro, il 55,4% dichiara di utilizzarle in misura ridotta, mentre il 15,0% per nulla.

Se ti interessa approfondire l’argomento, ti consiglio di leggere i miei consigli per gli studenti di scienze della Comunicazione, il post dove spiego le materie e gli esami che si studiano oppure leggere qualche dritta per chi si è appena laureato. In bocca al lupo!

Fabio Brocceri
Fabio Broccerihttps://www.fabiobrocceri.it
Sono un giornalista, addetto stampa e comunicatore pubblico. Il mio lavoro consiste nell'aiutare enti, imprese e istituzioni a comunicare meglio. Clicca qui se vuoi saperne di più oppure seguimi sui social.

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