“Google chi? Ma che sei l’amico dell’oracolo?”. Così le poetesse Erinna, Anite e Nosside si interrogano e provano a capire chi sia questa entità che le ha risvegliate dall’oltretomba. Questo strano personaggio sostiene di essere un famoso motore di ricerca e annuncia alle poetesse dell’antica Grecia che il loro nome “riecheggia nel ventunesimo secolo” e che lui ha il compito di riportarle in vita.
Succede nel testo teatrale edito da Fusibilia Libri “Qualcuno si ricorderà di noi” scritto da Alessia Pizzi, giornalista consulente di digital marketing e fondatrice di Culturamente, un magazine online di informazione culturale composto da trenta redattori sparsi in tutta Italia, noti come gli “Spacciatori di Cultura”.
Alessia, da dove nasce l’idea di far incontrare Google a delle poetesse dell’antica Grecia semi-sconosciute (Saffo a parte, ovviamente)?
Nasce da una intuizione: sono stata contattata da molte persone perché avevo pubblicato sull’Enciclopedia delle Donne le voci di Anite, Nosside ed Erinna, ovvero le poetesse protagoniste della mia tesi di laurea. Le persone cercano su Google quello che non trovano sui manuali, quindi Internet rende l’informazione ufficialmente democratica. Da qui a scrivere il libro è stato un attimo, e il messaggio vale per tutti: bisogna far ascoltare la propria voce e il web può aiutare.
Tu spesso parli di “cestino della storia”. Come la tecnologia che possediamo oggi avrebbe potuto cambiare il corso della storia se fosse esistita migliaia di anni fa?
Il cestino della storia è una metafora della bravissima illustratrice Jacky Fleming, di cui vi consiglio il libro “Breve Storia delle Donne”. Anche lei ha digitato su Google la domanda “esistono donne geniali?” non trovandole nei libri, e anche lei si è resa conto che esistono, ma non sono state raccontate, tanto meno a scuola. Prima era il canone a dirigere le scelte, e il canone è sempre stato dominato dagli uomini perché le donne erano essenzialmente una proprietà senza possibilità di scelta. L’informazione in mano a tutti aumenta conoscenza, la conoscenza aumenta consapevolezza. La tecnologia a volte fa molti danni, altre volte, come in questo caso, è salvifica.
Nella nostra epoca fatta di selfie, di sound bites, di comunicazione super veloce: il digital marketing e l’antichità possono coesistere?
Nel mio mondo esistono. All’inizio inconsciamente. Poi ho vomitato questo libro e mi sono resa conto di quanto il connubio si fosse radicato dentro di me. Dopo aver portato nelle scuole il testo per trarne delle lezioni di ascolto e comunicazione sul web, ho lanciato un nuovo sito che espande il libro: Poetessedonne.it, dove racconto le poetesse del passato e del presente geolocalizzandole su una grossa mappa online.
In “Qualcuno si ricorderà di noi” Saffo dice: “Nei secoli siamo state vittime di un occhio critico unicamente maschile, che ancora oggi fatica a riconoscere le nostre doti. Ma qualcosa sta cambiando”. Anche nel mondo della comunicazione c’è ancora poca attenzione alla questione di genere? Quanta fatica si fa ad affermarsi, per una donna, nel nostro settore?
Devo dire che nel digitale non ho mai avuto problemi, tutt’altro. Ho trovato sempre un ambiente accogliente e sto facendo carriera con serenità. Le donne, inoltre, vengono chiamate con titoli professionali inglesi e dunque neutri (manager, specialist), quindi hanno meno modo per sentirsi “cacofoniche” – passatemi il termine. Ad ogni modo, capita spesso che se sei “giovane e carina” qualcuno prova a trattarti come l’eterna stagista, ma basta spiegargli che non lo sei per andare avanti tranquillamente. La consapevolezza è il primo passo in qualsiasi ambiente.
Ammetto però che in ambito giornalistico ho incontrato parecchi galletti che faticano a lasciare spazio alle colleghe e che ancora adducono le promozioni delle donne non al merito, bensì a ipotetici favori sessuali da fornire al capo di turno.
Come sempre, l’ultima domanda che faccio ai professionisti che intervisto sul blog è un consiglio per chi sta muovendo i primi passi nel mondo della comunicazione.
Il consiglio è sempre lo stesso: smanettare. Si può studiare tutto nei manuali e fare pratica nelle aziende, ma l’esperienza che deriva da un’appassionata ostinazione farà sempre la differenza. Leggere, scrivere, provare a montare siti, aprire pagine facebook, creare un post sponsorizzato: per farlo serve strategia e conoscenze pratiche, ma un manuale di comunicazione online diventa obsoleto dopo solo sei mesi. La pratica è l’unica salvezza!
È possibile acquistare “Qualcuno si ricorderà di noi” presso l’editore (scrivendo a fusibilia@gmail.com) oppure presso i principali rivenditori online (come IBS).