Sono un giornalista e dal 2012 non compro più un quotidiano di carta. Ammetto che per lavoro li leggo ogni giorno, o almeno ne leggo una buona parte, ma se considerassi l’acquisto del quotidiano di carta a prescindere dalla mia professione di addetto stampa, probabilmente la situazione non sarebbe molto diversa.
Fino a qualche anno fa comprare e leggere un quotidiano era una pratica che faceva parte della mia routine. Con l’avvento di internet, però, questa routine sembra essersi inesorabilmente spezzata e la lettura del quotidiano cartaceo sembra ormai un lontano ricordo, quasi un retaggio del passato.
Perché leggiamo/leggevamo i quotidiani cartacei?
Qualche settimana fa ho partecipato ad un corso di aggiornamento per giornalisti, in cui si parlava del fatto che il giornale di carta “non va in paradiso”. Peccato che i dati lasciano prefigurare l’esatto contrario: le vendite dei quotidiani, infatti, sono crollate, come certifica ogni mese l’Ads, la società Accertamenti Diffusione Stampa. Perché? Per rispondere a questa domanda basta fare una semplice analisi dei bisogni informativi dei lettori.
La funzione del quotidiano di carta è, infatti, quella di informare il lettore sui principali eventi che stanno succedendo in Italia e nel mondo. Per molti anni la tecnologia che avevamo a disposizione ha permesso ai quotidiani di svolgere egregiamente questa funzione. Poi è arrivata la radio e dopo ancora la tv. I quotidiani pian piano hanno perso dei lettori, ma tutto sommato hanno resistito, perché trattavano le notizie in maniera più approfondita rispetto agli altri due concorrenti.
A fine secolo però arriva e si diffonde internet. Cosa succede ai quotidiani?
La funzione dei quotidiani cartacei viene meno
Come dicevo prima, la funzione dei quotidiani cartacei è quella di informare i lettori su quello che sta succedendo nel mondo. Ma perché un lettore dovrebbe aspettare il giorno successivo per essere al corrente di una notizia? Oggi molte notizie nascono e muoiono nell’arco di 24 ore e tutto tende a diventare subito obsoleto. La funzione del quotidiano cartaceo, quindi, viene svuotata di significato. Inoltre, anche la funzione di approfondimento può essere svolta egregiamente online, con il materiale che viene reperito in pochi secondi attraverso la rete, per di più quasi sempre gratuitamente, e attingendo magari direttamente alle fonti, senza la necessità della mediazione del giornalista.
Il tempo, un bene sempre più prezioso
Un altro fattore che secondo me ha inciso sulla crisi del quotidiano cartaceo è il tempo. Chi di noi ha tempo la mattina di leggere un quotidiano? I ritmi frenetici delle nostre vite spesso non ci permettono di dedicarci pienamente alla lettura. Oggi le persone approfittano dei tempi morti degli spostamenti e delle attese per leggere e informarsi: sul tram, in metropolitana, mentre fanno la fila dal medico, ecc. E quale oggetto possiede in quel momento la stragrande maggioranza della gente? Lo smartphone, uno strumento super versatile che permette di switchare dai social ai siti di informazione, dai giochi ai blog, con un’immediatezza fino a qualche anno fa inimmaginabile.
Quale futuro, dunque, per i quotidiani?
Personalmente ritengo che il quotidiano, così come lo conosciamo oggi, avrà vita breve. Il web però offre delle opportunità incredibili ed è lì che si gioca il futuro della carta stampata. Ma editori e giornalisti saranno in grado di sfruttarne appieno le potenzialità?