Come cambiano le abitudini di lettura e condivisione delle notizie sui social? Dopo aver approfondito i luoghi in cui leggiamo maggiormente le mobile news, uno studio preparato per il Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford ha analizzato il rapporto degli utenti dei social con le notizie, fruite all’interno e all’esterno dalle varie piattaforme di sharing.
I risultati della ricerca sul consumo di notizie
Secondo la ricerca di Nic Newman dell’RISJ, che ha coinvolto utenti di 4 nazioni (Brasile, Germania, Regno Unito e Stati Uniti), è aumentata la percentuale di persone che condividono le news su Whatsapp o su altre piattaforme di messaggistica privata come Facebook Messenger, mentre è diminuita la quota di persone che lo fanno su Facebook. In effetti da qualche tempo Facebook sta perdendo appeal, tant’è che in molti parlano di una crisi di Facebook: i giovani non sono attratti da questo social e gli altri utenti non lo usano allo stesso modo di qualche anno fa. Tuttavia, Facebook come piattaforma in cui le notizie vengono “scoperte” svolge ancora oggi una funzione fondamentale. Le persone sembrano apprezzare, infatti, Facebook come luogo in cui imbattersi in una news, ma preferiscono condividerla in privato con una cerchia più ristretta di persone.
Whatsapp viene percepito come un ambiente più sicuro
Ma perché le persone preferiscono condividere le news su whatsapp anziché direttamente su Facebook? Essenzialmente per questi motivi:
- su Whatsapp i gruppi sono più omogenei, nati attorno a un interesse specifico;
- Whatsapp è un ambiente privato, per cui si ha la sensazione di essere più liberi di esprimersi;
- l’ambiente più intimo riduce la possibilità che si vengano a creare conflitti e diminuisce la paura di essere giudicati (come nel caso in cui su Facebook si condivide una fake news);
- le app di messaggistica vengono utilizzate in modo più diretto rispetto a Facebook (le notifiche arrivano agli amici e spesso si fa fatica ad ignorare il messaggio di un amico).
A beneficiarne potrebbero essere proprio gli editori
In questo contesto in continua evoluzione, a beneficiarne potrebbero essere gli editori che hanno alle spalle un marchio consolidato che ispira fiducia. La sfida, infatti, è quella di provare a intercettare i lettori/utenti che migrano da un social all’altro, da piattaforme aperte a piattaforma chiuse, proponendo soluzioni valide e alternative, anche da un punto di vista finanziario.
Le notizie che appaiono su Facebook non sempre corrispondono al vero, è necessario risalire alle fonti più affidabili per poi condividerle anche su Whatsapp, altrimenti si rischia di commentare nel gruppo di amici ” il pettegolezzo da bar”. Sulla pagina di Facebook le persone rispondono senza verificare, si lasciano trasportare dall’ emotività della notizia criticando o condividendo il parere positivo o negativo della massa.
Hai ragione Arcangela, magari avessero tutti questa consapevolezza!