In attesa di capire come il mondo dei motori di ricerca cambierà con l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (vedi le ultime notizie sull’utilizzo di ChatGPT su Bing e di Bard su Google), mi sono chiesto: cosa cambierà lato SEO per i contenuti creati con l’AI? Verranno in qualche modo penalizzati o c’è una sorta via libera?
Intelligenza artificiale e SEO
Nelle ultime settimane molti creator hanno iniziato a sfruttare strumenti di Intelligenza Artificiale Generativa, come ChatGPT o Dall-E, per avere un aiuto nelle attività di creazione di contenuti come articoli, post, tutorial, grafiche, ecc. Pur considerando l’imprecisione e la scarsa affidabilità che questi strumenti hanno dimostrato, è indubbio, infatti, che possano costituire un valido supporto per alcune fasi del processo creativo. Ma come verranno accolti dai motori di ricerca i contenuti prodotti dell’AI?
La posizione di Google
Qualche giorno fa, Google ha pubblicato un breve articolo per spiegare cosa succede agli articoli, alle immagini e agli altri contenuti prodotti con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale. Come era facile intuire, l’obiettivo principale a cui i creator devono puntare resta sempre quello della qualità, e per mister G un contenuto di qualità deve soddisfare quattro criteri, riassumibili nell’acronimo EEAT: expertise, experience, authoritativeness, trustworthiness (competenza, esperienza, autorevolezza, affidabilità). E questo a prescindere dalle modalità con cui un contenuto viene realizzato.
D’altronde è la direzione che il motore di ricerca continua a perseguire da diversi anni a questa parte. Come non pensare all’ Helpful Content Update, uno dei più importanti aggiornamenti dell’algoritmo di Mountain View?
Questo, dunque, vuol dire che di per sè l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella creazione di contenuti non comporta nè vantaggi nè penalizzazioni relativamente al posizionamento nella SERP, ma è importante che il suo eventuale utilizzo sia finalizzato alla creazione di contenuti utili per gli utenti.
L’articolo cita come esempio i casi di automazione: se l’automazione serve a generare contenuti utili per le persone, come per esempio la fornitura dei risultati delle partite sportive o di previsioni del tempo dettagliate, allora ben venga l’utilizzo di questa modalità. La cosa importante è che i meccanismi di automazione (e in generale tutti i nuovi tool) non vengano usati per creare “spam” o per manipolare in modo scorretto i risultati di ricerca.
Specificare o meno l’utilizzo dell’AI
Google non chiede di specificare espressamente che un contenuto sia stato scritto utilizzando (anche) l’intelligenza artificiale. Tuttavia, potrebbe essere un fattore di trasparenza dichiararlo, specialmente quando si tratta, per esempio, di articoli giornalistici o altri contenuti per cui è importante che l’utente sappia chi sia l’autore di quel determinato contenuto.