martedì 11 Febbraio 2025

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Perché inserire delle immagini nel comunicato stampa

Come ho avuto modo di scrivere in altri post, la nostra soglia di attenzione si è via via ridotta a causa della moltiplicazione delle informazioni con cui veniamo in contatto ogni giorno. Questo fenomeno è molto importante nell’ambito delle media relations, perché catturare l’attenzione dei gatekeeper è il primo step fondamentale e propedeutico alla diffusione delle notizie. Come fare, allora, per aumentare le probabilità che la notizia che vogliamo promuovere ottenga la giusta attenzione da parte dei giornalisti? Come è possibile ottimizzare un comunicato stampa in tal senso? In questo post parliamo di una delle strategie utilizzate per rendere lo strumento principe delle media relations ancora più efficace, ovvero quella di affiancare al comunicato delle immagini.

Le immagini facilitano la comprensione…

Iniziamo col dire che un testo che presenta delle immagini viene quasi sempre preferito a un testo fatto di sole parole. Per questo, per esempio, i libri delle scuole elementari sono pieni di illustrazioni. Le immagini, infatti, a differenza delle parole, impiegano molto meno tempo per essere assimilate. Inserire una foto, un’immagine, un’infografica, permette di dare un volto alla notizia, rendendo la comunicazione più diretta e facilitando la trasmissione di concetti anche molto complessi. Inoltre, una foto particolare, bizzarra, sorprendente, potrebbe addirittura fare da traino al comunicato, anziché viceversa.

… attivano il visual storytelling…

Che le storie permettano di recepire in modo più efficace una comunicazione è ormai un fatto noto. Una narrazione efficace, però, non è fatta soltanto di parole. Le immagini offrono degli appigli alla nostra immaginazione, guidandola verso la visualizzazione di un particolare messaggio e fornendo il contesto più adatto per l’approccio alla notizia stessa.

… aiutano il giornalista

Inserendo delle immagini nel comunicato, il giornalista che lo riceve ha chiaro fin da subito l’argomento in questione, potremmo dire “a colpo d’occhio”! Se, infatti, per leggere un testo impiega diversi secondi, l’immagine viene visualizzata all’istante e il processo di apprendimento e disambiguazione avviene molto più velocemente. Inoltre, la presenza di immagini nella cartella stampa facilita il lavoro del giornalista, che non dovrà ricercarle quando dovrà pubblicare l’articolo o il post inerenti alla nostra notizia.

A cosa bisogna fare attenzione quando inseriamo un’immagine

Se decidiamo di allegare delle immagini al comunicato stampa dobbiamo adottare alcuni accorgimenti. Innanzitutto devono essere di qualità, con una buona risoluzione (direi almeno 1280 x 1024). Questo però non deve rendere il file troppo pesante in termini di byte, perchè le caselle postali dei giornalisti sono sempre strapiene e c’è il rischio che non arrivino a destinazione. Spesso è utile realizzare delle miniature e rimandare poi ad un link esterno la versione ad alta risoluzione. È possibile utilizzare uno spazio del sito aziendale o ricorrere a strumenti come Dropbox, We Transfer, Google Drive, ecc. Attenzione, infine, a diffondere solo immagini che siano libere da diritti d’autore, specificando magari che si tratta di immagini aziendali che possono essere liberamente utilizzate.

Non solo immagini!

Le immagini sono solo un esempio, ma nulla vieta di allegare al comunicato stampa anche video, audio, ecc. Questo dipende da diversi fattori. Innanzitutto dal budget che si ha a disposizione: realizzare audio e video di buona qualità richiede delle competenze e delle figure specializzate. Ma occorre considerare anche il tempo che si ha a disposizione. Se il comunicato deve essere diffuso in fretta, come nei casi di crisi, sarà difficile ottimizzarlo dal punto di vista multimediale.

Fabio Brocceri
Fabio Broccerihttps://www.fabiobrocceri.it
Sono un giornalista, addetto stampa e comunicatore pubblico. Il mio lavoro consiste nell'aiutare enti, imprese e istituzioni a comunicare meglio. Clicca qui se vuoi saperne di più oppure seguimi sui social.

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