venerdì 17 Gennaio 2025

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HomeIntelligenza ArtificialeGoogle SGE: ecco come l'AI cambierà il motore di ricerca

Google SGE: ecco come l’AI cambierà il motore di ricerca

Con il successo esplosivo dell’intelligenza artificiale generativa, l’evoluzione dei motori di ricerca così come li abbiamo sempre conosciuti sarebbe stata solo una questione di tempo. Dopo Bing, che ha integrato Copilot, basato su ChatGPT, adesso è la volta di Google, che ha iniziato a testatre Google SGE (Search Generative Experience).

Si tratta di una nuova funzionalità del motore di ricerca che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire agli utenti un’esperienza più ricca e completa. La SERP, infatti, ovvero la pagina che restituisce i risultati della ricerca, cambierà profondamente: dopo aver subito negli anni vari cambiamenti, tra cui l’introduzione di schede descrittive e componenti visual sempre più esplicativi, adesso l’elenco dei link sarà relegato in una sezione ancora meno in evidenza, privilegiando nella prima parte della pagina riassunti informativi generati dall’IA.

Come Google SGE cambierà l’aspetto della SERP

Una volta che l’utente effettuerà una ricerca, Google mostrerà una nuova sezione subito sotto la barra principale che fornirà immediatamente una sorta di riassunto, il più possibile rispondente all’intento di ricerca, che rappresenterà un po’ il punto di partenza della navigazione. Questa sezione potrà contenere testo, ma anche immagini, box, video: “la ricerca continuerà ad evolvere, per rispondere a qualsiasi domanda in qualsiasi formato” sottolinea il motore di ricerca.

SGE, infatti, è in grado di comprendere ed elaborare domande complesse, integrando informazioni da molteplici fonti per fornire risposte sempre più esaustive e pertinenti.

Questa nuova funzionalità si basa su un modello di intelligenza artificiale di grandi dimensioni, noto come LaMDA, che è stato addestrato su un’enorme quantità di dati di testo e codice.

La funzione follow-up

Un’interessante novità, rispetto alle modalità di ricerca che siamo abituati ad usare, è rappresentata dalla funzione di follow-up. Una volta avviata una ricerca, l’utente potrà continuare a fare ulteriori domande, magari per entrare meglio nel dettaglio, come avviene, per esempio, durante una conversazione. Google sarà in grado di capire il contesto della nuova domanda in base alla ricerca iniziale e fornirà una nuova risposta aggiornata. In questo modo, il processo di ricerca sarà più fluido ed eviterà che l’utente debba tornare indietro per riformulare le domande da capo.

I vantaggi di Google SGE

Il principale vantaggio di Google SGE è, sicuramente, la riduzione dei tempi di ricerca: gli utenti potranno reperire informazioni in modo rapido ed efficiente perché sarà il motore di ricerca che svolgerà la funzione di selezione delle fonti e di formulazione della risposta, mentre con la ricerca classica è l’utente che deve consultare i vari link fino a trovare l’informazione desiderata.

Questa funzione può essere utile anche nei casi in cui non si ha un’idea precisa su un argomento, per cui avere una panoramica generale può rappresentare un comodo punto di partenza per ulteriori ed eventuali approfondimenti.

Un altro vantaggio è dato dalla capacità di comprendere richieste complesse da parte degli utenti, fornendo così risposte ancora più precise e mirate.

Infine, Google SGE potrà essere utilizzato per generare nuovi contenuti creativi: anche se questa funzione viene ormai svolta da numerosi applicativi, Google può contare su una posizione di mercato molto forte.

I punti da chiarire e le implicazioni lato SEO

Accanto a questi aspetti, indubbiamente positivi, ce ne sono altrettanti su cui è lecito avere quantomeno delle perplessità. Innanzitutto il fatto che i risultati della ricerca non saranno riconducibili in maniera esplicita alla fonte può generare un problema di affidabilità. Non essendo immediatamente individuabile, potremmo assistere infatti alla proliferazione di informazioni false o poco attendibili.

Inoltre, l’intelligenza artificiale può riflettere i bias e i pregiudizi presenti nei documenti e nei file su cui è stata allenata, per cui potrebbero verificarsi episodi di discriminazione o essere generati contenuti offensivi.

C’è poi da capire che fine faranno gli annunci a pagamento e quali conseguenze ci saranno per i siti internet dal punto di vista della SEO (ammesso che abbia ancora senso parlare di posizionamento).

Quando arriverà in Italia?

Al momento la Search Generative Experience di Google è disponibile, in forma sperimentale, in 120 Paesi. Tra questi, tuttavia, non figura l’Italia, ma nemmeno l’Europa. Molto probabilmente ciò è dovuto alle norme più restrittive che applica l’Unione Europea e che riguardano la tutela dei dati personali, la protezione dei dati, l’utilizzo dell’AI, ecc.

Per potere testare Google SGE adesso, quindi, è necessario utilizzare una VPN, ovvero una connessione in grado di farti accedere ad internet tramite un server che si trova in un altro Paese.

Fabio Brocceri
Fabio Broccerihttps://www.fabiobrocceri.it
Sono un giornalista, addetto stampa e comunicatore pubblico. Il mio lavoro consiste nell'aiutare enti, imprese e istituzioni a comunicare meglio. Clicca qui se vuoi saperne di più oppure seguimi sui social.

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