La SEO Search Engine Optimization è un’insieme di tecniche che vengono utilizzate dai professionisti del web (webmaster, webwriter, giornalisti digitali, architetti dell’informazione, ecc.) per fare in modo che un sito, un articolo o una determinata pagina web siano posizionati ai primi posti nei risultati offerti dai motori di ricerca (come Google) senza comprare uno spazio pubblicitario. La figura professionale che si occupa della SEO prende il nome di SEO specialist o SEO manager. L’ottimizzazione SEO può essere progettata a vari livelli. Ecco perché le professioni coinvolte sono così diverse. In generale, possiamo distinguere due grandi aree della SEO: quella on-page e quella off-page.
La SEO on-page
La SEO on-page fa riferimento a tutte quelle attività che vengono praticate nella progettazione e realizzazione di un sito internet. In questa fase è importante impostare una struttura il più possibile friendly per i motori di ricerca, il cui obiettivo è quello di dare all’utente un risultato coerente con la sua ricerca. I professionisti SEO devono quindi individuare la miglior struttura per l’URL, per le categorie, per gli articoli o i post, devono creare una sitemap, e così via.
Una volta ideata la struttura, l’attenzione si sposta sui contenuti. Questa parte di SEO viene spesso identificata con il termine SEO copywriting e serve a costruire un contenuto (post, articoli, pagine) secondo dei criteri che i motori di ricerca incentivano e premiano, come ad esempio un uso strategico delle keywords, dei tag, delle immagini, dell’impaginazione, dei link, e così via, oltre naturalmente ad un contenuto il più possibile completo e di qualità.
La SEO off-page
Oltre alla SEO on-page, esistono anche delle tecniche SEO off-page, che si concentrano cioè all’esterno del sito. Una di queste è quella che consiste nell’aumentare l’autorevolezza del sito promuovendo i link in entrata, quelli cioè che rimandano a determinati contenuti del tuo sito. Se un articolo presente nel tuo sito è linkato da altri siti autorevoli, Google penserà che si tratterà di un contenuto interessante e quindi lo promuoverà in alto tra i risultati di ricerca.
La black hat SEO
Accanto alle tecniche di SEO “buone”, esistono anche delle tecniche meno etiche, per così dire. Queste sono identificate con il nome di black hat SEO. A differenza delle prime, che cercano di ottimizzare un contenuto per soddisfare l’esigenza dei lettori, la black hat SEO sfrutta le debolezze e i bug (temporanei) degli algoritmi dei motori di ricerca per ricevere traffico, ad esempio creando link in entrata in maniera artificiale e forzata, nascondendo porzioni di testo o parole chiavi all’interno degli articoli, ecc. Si tratta, oltre che di una pratica scorretta, di una pratica che nel breve periodo può portare a risultati soddisfacenti, ma che nel lungo periodo può penalizzare fortemente il tuo sito.
Content is the king?
Sono tre quindi i fattori principali che determinano il successo, in termini di posizionamento sui motori di ricerca: le tecniche di white SEO, la qualità del contenuto e i link in entrata. Difficile stabilirne il peso. In una recente intervista, Barry Adams (uno dei più famosi SEO specialist internazionali), in base alla sua esperienza, ha provato ad ipotizzare una ripartizione in percentuale di queste tre componenti:
- SEO tecnico: 25%
- Contenuto: 35%
- Link: 40%