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Cos’è il clock radiofonico?

Ti sei mai chiesto come mai in radio ogni ora passi matematicamente una determinata tipologia di contenuto come, per esempio, il meteo, un vecchio successo o il giornale orario? Il motivo è semplice e ha un nome ben preciso: clock radiofonico. Ecco di cosa si tratta.

I format radiofonici

Ogni emittente radiofonica adotta un proprio radio format, in base al target specifico che intende raggiungere. Per esempio, esistono radio che hanno un format CHR (Contemporary Hit Radio), altre che puntano sui vecchi successi per gli ascoltatori più nostalgici, altre che si concentrano sulla politica,  sulla religione, sulla musica jazz, sull’informazione, sulla musica classica e così via. In Italia le emittenti più seguite sono le CHR, che adottano un format “talk and music“, il quale alterna parti musicali, composte essenzialmente da brani pop e contemporanei, e parti di parlato.

Il clock radiofonico

In genere, le radio generaliste organizzano i loro palinsesti in clock radiofonici, ovvero delle unità temporali che scandiscono la programmazione delle stazioni radio. Il clock, che spesso corrisponde al tempo di 60 minuti, viene suddiviso in isoritmi, ognuno dei quali può contenere brani musicali, spazi informativi, passaggi pubblicitari, jingle, promo, segnale orario, ecc. La strutturazione definita dei contenuti radiofonici serve a rendere riconoscibile l’identità della radio stessa all’ascoltatore, che spesso la ascolta distrattamente e non ha altri elementi visivi per cogliere la specificità dell’emittente.

Clock radiofonico

Il clock di RDS

Rds, per esempio, ha impostato il suo clock orario in modo da prevedere allo scoccare dell’ora un breve notiziario, seguito da “4 grandi successi in sequenza mixata” intervallati da jingle. Al quarantesimo minuto torna l’informazione con gli approfondimenti dello sport, dunque le informazioni sulla viabilità. Al sessantesimo minuto, in conclusione del clock, viene mandato in onda un teaser, ovvero delle anticipazioni dei brani che verranno trasmessi nell’ora successiva. I break pubblicitari, invece, sono in genere tre, esclusi i momenti promozionali all’interno delle trasmissioni.

Fabio Brocceri
Fabio Broccerihttps://www.fabiobrocceri.it
Sono un giornalista, addetto stampa e comunicatore pubblico. Il mio lavoro consiste nell'aiutare enti, imprese e istituzioni a comunicare meglio. Clicca qui se vuoi saperne di più oppure seguimi sui social.

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