La relazione tra giornalisti e addetti stampa è fondamentale per il buon funzionamento del sistema dell’informazione: i primi hanno necessità di individuare fonti e spunti per confezionare articoli e servizi, mentre i secondi hanno interesse a promuovere delle notizie da far arrivare al grande pubblico.
La società multinazionale di pubbliche relazioni Cision ha intervistato oltre 3.000 giornalisti di tutto il mondo per conoscere le loro sfide più importanti, il modo in cui il loro settore continua a evolversi e come si configura il loro rapporto con i professionisti dei media.
Nel nuovo rapporto Rapporto sullo Stato Globale dei Media sono emersi diveri spunti che permettono di capire cosa nel rapporto giornalista – addetto stampa funziona e cosa no. Vediamone alcuni.
1 Comunicati stampa via mail
Niente telefonate, solo comunicati stampa inviate alla propria casella di posta elettronica. Nonostante qualcuno sostenga che i comunicati stampa siano morti, la realtà, come evidenziato nel rapporto, è che i comunicati stampa sono la principale fonte di contenuti o idee. Meglio ancora se contengono elementi multimediali (questi infatti ottengono un coinvolgimento fino a sei volte superiore rispetto ai comunicati stampa esclusivamente testuali, secondo i dati di Cision PR Newswire), citazioni o testimonianze di esperti, evitando espressioni clickbait o un po’ “cringe” (come “leader nel settore”, “urgente”, “all’avanguardia”) o contenuti che tendono più al marketing che all’informazione.
Il mezzo più utilizzato è sicuramente la mail: lo preferisce l’87% del campione. L’11% dichiara di preferire messaggi tramite applicazioni come Whatsapp o Wechat o tramite social e solo il 2% preferisce le telefonate (quanto li capisco!).
2 Fornire contenuti utili per il loro pubblico
Alla domanda “cosa possono fare i professionisti delle pubbliche relazioni per facilitare il tuo lavoro?”, il 68% degli intervistati ha risposto: “Capire la mia audience e cosa trovano rilevante”. Oggi ognuno di noi, infatti, è costantemente raggiunto da centinaia di informazioni, figuriamoci un giornalista! Gli addetti stampa devono, quindi, fare attenzione a inviare contenuti affidabili, accurati e pertinenti al settore del giornalista e al suo pubblico di riferimento. Inviare storie di sport ad un collega che si occupa di politica estera, per esempio, non è una buona idea.
3 Suggerire fonti esperte da intervistare
Oltre al comunicato stampa, i giornalisti chiedono agli addetti stampa di metterli in contatto con esperti e portavoce e poter fissare delle interviste. Questo permette loro di indagare meglio il tema, ottenere citazioni da riportare nei propri articoli e servizi, avere informazioni di prima mano per offrire punti di vista diversi o contenuti che si differenziano da quelli prodotti dai colleghi, che magari hanno attinto tutti allo stesso comunicato stampa.
4 Fornire dati, studi e ricerche
Il 48% dei giornalisti intervistati ha affermato di apprezzare gli addetti stampa che forniscono dati e ricerche. Come sottolinea il rapporto, i dati sono utilizzati per scegliere i contenuti da produrre, per il supporto e l’arricchimento dei contenuti, per misurare il successo e per decidere quale notizia coprire.
5 Non esagerare con recall e follow up
Una delle pratiche più comune dell’ufficio stampa è quella del recall. È vero che i giornalisti possono perdersi dei comunicati stampa anche importanti nel flusso costante di mail che ricevono, ma è anche vero che ricevere molte telefonate di reminder porta via tempo e concentrazione. Meglio, in questi casi, un messaggio o un whatsapp, meno invasivo ma comunque efficace.
6 Risposte tempestive e rispetto per le scadenze
I giornalisti hanno spesso scadenze strette da rispettare e si aspettano che anche gli addetti stampa, a loro volta, le rispettino. Se un addetto stampa non è in grado di farlo, dovrebbe comunicarlo al giornalista il prima possibile. Personalmente, cerco sempre di dare un primo feedback con una stima del tempo necesario per reperire le informazioni richieste, aggiornando il giornalista sugli sviluppi.
6 Includere asset multimediali
Il 23% dei giornalisti intervistati apprezza gli elementi multimediali che vengono forniti insieme al comunicato stampa. In particolare, il 72% è felice di ricevere immagini, il 34% infografiche, il 33% video, il 29% sondaggi, il 22% post sui social, il 13% il logo dell’azienda/ente, l’8% elementi audio.
Aggiungerei, come consiglio, anche quello di linkare gli elementi multimediali quando troppo pesanti, dando la possibilità di scaricarli da un repository come Google Drive, We Transfer, Dropbox e simili, in modo da non intasare la casella di posta elettronica.
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Avendo lavorato sia come giornalista e – adesso – come addetto stampa, mi permetto di fare due aggiunte.
7 Rispetto per l’autonomia
I giornalisti non sono dei passacarte obbligati a “passare” il comunicato stampa come fosse un articolo scritto da loro. Bisogna ricordarsi sempre che ogni giornalsita ha il diritto di lavorare in modo indipendente e senza interferenze. Il lavoro dell’addetto stampa è solo quello di supportarlo.
8 Relazioni oneste
I giornalisti apprezzano gli addetti stampa che si comportano in maniera onesta e trasparente, che forniscono feedback costruttivi e con cui possono costruire relazioni a lungo termine. Per questo gli addetti stampa dovrebbero essere affidabili e accessibili, rispettosi e sempre disponibili a collaborare.