Oggi esistono tanti modi per comunicare una notizia ai mezzi di informazione mainstream e tante vie per arrivare ai cosiddetti gatekeeper, i guardiani dei cancelli delle news generaliste. Ma qual è lo strumento più efficace? Meglio affidarsi al tradizionale comunicato stampa o utilizzare i social? In questo post analizzeremo alcune situazioni in cui è preferibile utilizzare il comunicato e altre in cui, invece, è più efficace sfruttare le pagine ufficiali sui social.
Chi sono i destinatari?
La prima cosa da chiedersi è, innanzitutto, a chi è rivolta la notizia. Se lo scopo è quello di raggiungere le persone che già gravitano intorno all’orbita del soggetto emittente, come per esempio i clienti acquisiti, è più efficace utilizzare i canali di comunicazione interni, come la sezione news del sito internet ufficiale, le pagine social, le newsletter e così via. Diverso è, invece, il caso in cui i destinatari del messaggio sono persone distanti dall’organizzazione e che, quindi, difficilmente è possibile raggiungere con i propri canali.
Il numero dei follower
Un’altra considerazione da fare, direttamente correlata alla precedente, è legata al numero di persone potenzialmente raggiungibili tramite i propri profili social, come, per esempio, il numero dei follower che si hanno a disposizione. Se un soggetto può contare su un buon numero di seguaci, può decidere di veicolare la notizia basandosi sulle proprie forze, soprattutto se la notizia non è di particolare impatto sulla vita delle persone e difficilmente troverebbe spazio nell’informazione mainstream.
Il timing
La tempistica è un altro dei fattori chiave da valutare nella scelta tra comunicato stampa o social. Se il messaggio da veicolare è piuttosto urgente, come nei casi di crisi che si sviluppano rapidamente, ed è importante che emerga la tempestività dell’azienda nel prendere una posizione, fornire la propria versione dei fatti, ecc., meglio affidarsi ai profili social ufficiali o alla sezione news del sito web e solo in seguito coinvolgere la stampa generalista. In questo modo il messaggio verrà reso disponibile potenzialmente a tutti (e in particolare agli stakeholder) in maniera tempestiva e successivamente si potrà lavorare per estendere la sua diffusione ad una platea più vasta.
Quando la notizia non è “forte”
Esistono poi dei casi – e non sono pochi – in cui la notizia che si vuole diffondere non è particolarmente rilevante per i media tradizionali, ovvero non particolarmente “notiziabile”. In queste situazioni, l’unico modo per raggiungere il grande pubblico è puntare sulle public relation, il vero tesoro di ogni buon addetto stampa. Se tra addetto stampa e giornalista ci sono delle buone relazioni, può succedere che quest’ultimo sia più propenso a “passare” la notizia “aprendo le porte dell’informazione generalista”. Occhio però a non abusare di questo stratagemma. Ogni volta che viene utilizzato, infatti, l’addetto stampa si troverà in una condizione di “debito” nei confronti del giornalista. Inoltre, quest’ultimo potrebbe risentirsi, in quanto verrebbe minata la sua integrità e oggettività nello scegliere autonomamente le notizie da raccontare. Non a caso, spesso tra gli addetti ai lavori si parla di marchette.
Notizie “che rimbalzano”
Dal web alla TV e dalla TV al web, ormai siamo abituati ai contenuti crossmediali, a vedere articoli e post sul web che riprendono notizie provenienti dalla radio e dalla TV e servizi televisivi che riprendono contenuti del web. L’ideale, quindi, sarebbe declinare a priori la notizia secondo entrambi i formati di cui abbiamo parlato in questo post, in modo da avere il contenuto perfetto per ciascun contenitore e valutare, di volta in volta, quale “spingere” di più e quale utilizzare in seconda battuta. L’importante è, parafrasando Sciascia, inviare “A ciascuno il suo (contenuto)”.