A volte capita che alcuni giornali, tg o altre testate giornalistiche online riportino delle notizie inesatte che ci riguardano. Potrebbe trattarsi di imprecisioni oppure di veri e propri errori, che ledono non solo la nostra immagine, ma anche il diritto dei cittadini a ricevere un’informazione corretta.
La legge sulla stampa (l. 47/48), all’articolo 8, prevede l’obbligo per la testata giornalistica di pubblicare “la rettifica dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”.
Vediamo quindi come come scrivere una richiesta di rettifica ai sensi dell’art. 8 legge 47/1948.
Valutare se vale la pena fare una rettifica giornalistica
La prima cosa da fare è valutare se la rettifica sia veramente necessaria: spesso la rettifica o la smentita è, infatti, “una notizia data due volte”, perché viene riportata nuovamente all’attenzione del pubblico una notizia che potrebbe anche essere passata inosservata e, magari, stimolare un ulteriore approfondimento da parte del giornale.
In alcuni casi, potrebbe essere più utile un chiarimento diretto con il giornalista autore dell’articolo, con cui si potrebbe concordare un articolo “riparatore”, che sicuramente avrà più visibilità della rettifica, spesso relegata alle pagine interne e nascoste del giornale.
Come scrivere la richiesta di rettifica
Fatte, quindi, le opportune valutazioni, come fare a scrivere una lettera di rettifica ai sensi dell’art. 8 legge 47/1948? Le regole sono molto semplici.
Innanzitutto occorre impaginare la lettera di precisazione (qui un esempio di come scrivere una lettera formale), indicando il mittente in alto a sinistra o al centro – magari su carta intestata contenente il logo dell’azienda che chiede la rettifica – e il nome del destinatario in alto a destra, che coincide sempre con il direttore responsabile della testata giornalistica.
È possibile trovare il nome del direttore responsabile all’interno del colophon o nella gerenza del giornale, sul sito web della testata o su Wikipedia (in quest’ultimo caso assicurati che sia aggiornato!).
Successivamente, occorre esplicitare sin dall’inizio e con precisione i riferimenti all’articolo o al servizio che si ritiene abbia fornito informazioni non corrette, specificando il titolo, l’autore che lo ha firmato, la pagina in cui è stato pubblicato, ecc. Ad esempio:
Egregio direttore, in riferimento all’articolo dal titolo “…”, pubblicato oggi sul giornale da lei diretto a firma di …, desideriamo fornire alcune precisazioni.
O ancora:
Egregio direttore, l’articolo dal titolo “…”, pubblicato il giorno e mese a pag. x sul giornale da lei diretto riporta delle informazioni non corrette.
A questo punto è necessario spiegare il motivo per cui l’articolo non è corretto, cercando di essere chiari ed esaustivi, indicando le parti errate, ma nello stesso tempo evitando di dilungarsi troppo. La legge parla, infatti, di una lunghezza massima di 30 righe.
Nel testo della mail o anche nell’oggetto della mail è opportuno citare il riferimento normativo che regolamente il diritto di rettifica (con preghiera di pubblicazione, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 47/48). Questo per far capire al destinatario, senza dare adito a fraintendimenti, che si sta esercitando un diritto previsto dalla legge. Le testate, infatti, sono obbligate a pubblicare le rettifiche non oltre due giorni da quello in cui è avvenuta la richiesta, nel caso dei quotidiani, e non oltre il secondo numero successivo alla settimana in cui è pervenuta la richiesta per i periodici.
Infine, è necessario firmare la rettifica con il nome completo e, se applicabile, la posizione o il ruolo dell’autore della rettifica.
Cosa succede se la testata non rettifica l’articolo?
In caso di mancata o incompleta pubblicazione della rettifica, il soggetto interessato può adire le vie legali o segnalare l’accaduto al Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti di competenza.
Rettifica articolo giornale fac-simile
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