In base ai criteri di notiziabilità, un fatto che riporta numeri, cifre o classifiche ha più probabilità di trasformarsi in notizia. Non sempre, però, chi li ascolta o li legge ne ha una piena comprensione: sia perché siamo sottoposti a un sovraccarico informativo non indifferente (che coinvolge anche i numeri), sia perché facciamo fatica a relazionarci con numeri troppo astratti rispetto alla nostra esperienza quotidiana. Come facciamo quindi a renderne più efficace la comunicazione?
Numeri e comunicazione: un problema di percezione
Il mio maestro delle elementari ripeteva sempre: “la matematica non è un’opinione”. E su questo, penso, siamo tutti d’accordo. Questo assunto, invece, non vale se ci riferiamo al modo in cui percepiamo i numeri. Facciamo un esempio, partendo da questo fatto:
Ad oggi, gli italiani che sono stati contagiati dal covid sono 23.114.013 (fonte).
Per molte persone questo numero potrebbe risultare poco significante. É tanto? É poco? É un numero. La situazione, invece, cambia se proviamo a compararlo con il totale della popolazione italiana (circa 59,5 milioni). La notizia, quindi, potrebbe essere comunicata in questo modo:
Un italiano su tre ha avuto il covid
oppure
Due terzi degli italiani non sono mai entrati in contatto con il coronavirus Covid-19
Non noti già un impatto diverso nel leggere questa notizia? Certo, questa semplificazione va sicuramente a discapito della precisione (non sono esattamente due terzi, parliamo di italiani in generale senza considerare che il numero originario non dice nulla della nazionalità delle persone, ecc.), ma è indubbio che la comprensione del dato è molto più accessibile, e quindi efficace, per tantissime persone.
Le correlazioni aiutano a dare significato ai numeri
Fare paragoni è il modo più semplice per dare significato ai numeri (d’altronde ogni cosa si definisce a partire dalla relazione con qualcos’altro). Facciamo un altro esempio. Quest’anno la nostra azienda ha venduto 1 milione di cuffie senza fili. Anche qui, il dato isolato comunica ben poco. Intanto possiamo metterlo in correlazione con le vendite dell’anno precedente: mettiamo siano state 500mila. Potremmo quindi dire che le vendite di cuffie senza fili della nostra azienda sono passate da 500mila a 1 milione. Il che ci dà già un’informazione ulteriore: le vendite sono aumentate. Ma potremmo fare ancora di più, presentando la notizia in questo modo:
La nostra azienda ha raddoppiato in un anno le vendite di cuffie senza fili.
Gli esempi che possiamo fare sono tantissimi. Leggiamo il titolo di quest’Ansa:
Ogni anno spariscono 10 milioni di ettari di foreste.
Sai a quanto corrispondono? Al territorio del Portogallo. A 4 volte la Sicilia. L’impatto emotivo, concorderai, è ben diverso nel leggere che ogni anno scompare una foresta grande quanto il Portogallo o 4 volte la Sicilia anzichè un territorio vasto 10 milioni di ettari.
L’efficacia della infografiche
Un valido aiuto nella comunicazione dei numeri ci arriva sicuramente dalle infografiche. Qui l’astrazione delle cifre lascia il campo alla concretezza delle immagini, che permettono un’associazione significante-significato più immediata. Per questo, accanto ai classici strumenti editoriali dell’ufficio stampa, come i comunicati, è molto utile diffondere delle infografiche che mettono in risalto i dati.
Di seguito ti mostro un’interessante infografica pubblicata da Audipress la scorsa settimana.
Come puoi vedere, il dato viene declinato in vari modi:
- viene semplificata la proporzione del rapporto tra i 32 milioni di lettori e il totale della popolazione italiana, dicendo che è “il 60% della popolazione adulta” e “oltre 6 adulti su 10”);
- il rapporto viene evidenziato anche con delle sagome riempite con due colori diversi;
- viene mostrato l’incremento dei lettori che preferiscono l’edizione digitale.
Audipress ha diffuso anche le tabelle di dettaglio con tutti i dati specifici, ma è fuor di dubbio che il messaggio, confezionato in questo modo, sia molto più diretto ed efficace nel raggiungere un pubblico più ampio ed eterogeneo.