Gli assistenti vocali stanno entrando pian piano nelle nostre case. I vari altoparlanti intelligenti (o smart speaker), come Google Home e Amazon Echo, stanno iniziando a invadere i nostri salotti, pronti a rispondere a tutte le nostre richieste. Ma come vengono usati nella realtà? Quali implicazioni possono avere per il giornalismo? Su questo punto è stata pubblicata qualche giorno fa una ricerca del Reuters Institute for the Study of Journalism relativa all’utilizzo degli altoparlanti intelligenti con particolare riferimento al loro uso per scopi informativi. Vediamo insieme cosa è emerso.
Cosa sono gli assistenti vocali e gli altoparlanti intelligenti
L’assistente vocale è un applicativo che ascolta la voce umana ed esegue dei comandi grazie all’intelligenza artificiale. Permette, per esempio, di effettuare ricerche tramite una semplice richiesta fatta con la propria voce (come se si stesse parlando con una persona), di riprodurre dei brani musicali, di consultare le previsioni meteo e così via. I principali assistenti vocali, al momento, sono Google Assistant, Siri (Apple), Alexa (Amazon), Cortana (Microsoft), Bixby (Samsung).
Gli altoparlanti intelligenti sono dei device dotati di una cassa amplificata che utilizzano gli assistenti vocali e forniscono un output sotto forma di audio rispetto alle richieste fatte dagli utenti.
Gli smart speaker più diffusi
Negli Usa e in Gran Bretagna l’altoparlante intelligente più diffuso è Amazon Echo, che utilizza l’assistente vocale Alexa. Seguono poi gli altri due competitor, Google Home e Apple Homepod. Si tratta di dispositivi che vengono molto spesso collocati in soggiorno, in cucina e nelle camere da letto e che pian piano stanno stanno sostituendo (soprattutto) gli apparecchi radiofonici.
In pochi usano gli altoparlanti intelligenti per le notizie
Secondo il rapporto dell’Istituto Reuters, negli Usa il 14% della popolazione utilizza un altoparlante attivato dalla voce (in Gran Bretagna la percentuale scende al 10%, in Germania al 5%). I più entusiasti sono gli utilizzatori appartenenti alla fascia di età compresa tra 35 e 44 anni ma gli smart speaker stanno avendo successo anche tra gli anziani e tra le persone disabili, soprattutto per la facilità di utilizzo.
A dispetto di questa rapida diffusione che li sta caratterizzando, solo una piccolissima parte, però, li utilizza per informarsi. Vengono, infatti, privilegiati i comandi basici, come la riproduzione musicale o l’impostazione di un timer. Solo circa un quinto degli utilizzatori sfrutta gli altoparlanti per accedere alle notizie quotidianamente e solo l’1% sostiene che la funzione più importante sia quella informativa. Il grafico seguente riassume i principali usi che ne vengono fatti.
Dal rapporto emerge, inoltre, che chi utilizza gli smart speaker per le news difficilmente procede ad una personalizzazione dei contenuti. Quasi sempre gli utenti mantengono, cioè, le impostazioni di fabbrica, per cui ad avere un notevole vantaggio risultano essere le applicazioni che i produttori scelgono di pre-installare sui vari dispositivi.
Perché si prediligono altri device per informarsi?
Il motivo principale per cui vengono utilizzati altri dispositivi per accedere all’informazione risiede nella facilità con cui gli altri device permettono già di informarsi in maniera più che soddisfacente. Sembra, infatti, che sia più comodo accedere alle notizie tramite lo smartphone o attraverso la tv anziché tramite gli altoparlanti intelligenti. Occorrerà, dunque, stare a vedere come, e se, il mercato editoriale deciderà di adottare nuovi formati per sfruttare questi nuovi dispositivi.
L’Articolo come i precedenti risulta di grande attualità, fluido con spiegazioni semplici per i non addetti al
HI TEC o nuove tecnologie. Ho imparato leggendo l’articolo a cosa serve in due parole e quali probabilmente sarei intenzionato a comprare…. Come sempre il giornalista Brocceri è abile nel semplificare argomenti attuali con statistiche alla mano e spiegazioni che arrivano al punto.
Come sempre mi ritengo soddisfatto dell’articolo. Brocceri sta crescendo come giornalista chissà tra pochi anni lo vedremo come mezzo busto in Tv e tra dieci anni lo come direttore del TG1 o SkyTG24 Rainews24 probabile non lo escluderei.
Complimenti!