La Meloni. Salvini. La Boldrini. Benigni. La Clerici. Renzi. La Ferilli. Verdone. La De Filippi. Del Piero. La Pausini. Hai mai fatto caso al fatto che quasi sempre si utilizza l’articolo determinativo davanti al cognome di una persona famosa di sesso femminile mentre non lo si usa se la persona è di sesso maschile?
In italiano, l’utilizzo dell’articolo determinativo “la” davanti al cognome femminile è un tema dibattuto da anni ed è legato all’evoluzione culturale della società italiana. L’adozione di un linguaggio più inclusivo pone, infatti, l’attenzione su alcune consuetudini che pian piano stanno cambiando, lasciando posto a nuove forme che mostrano una maggiore attenzione verso l’uguaglianza di genere.
Da dove nasce
L’utilizzo dell’articolo davanti al nome è diffuso in alcune regioni d’Italia: ci sono, infatti, delle zone in cui si sottolinea la vicinanza amicale di una persona facendo precedere al nome l’articolo determinativo: la Pina, la Vale, il Tommaso, il Francesco, la Maria, ecc.
Ed effettivamente, come sottolineato anche dall’Accademia della Crusca, quando ci si riferisce a personaggi illustri lontani nel tempo, e quindi distanti da noi, anche l’articolo determinativo viene usato tranquillamente: quante volta durante le interrogazioni a scuola abbiamo ripetuto “il Manzoni” o “il Petrarca”?
La sua funzione: disambiguare il genere
Oggi, per i cognomi di personaggi attuali o più vicini storicamente a noi, l’articolo determinativo è quasi del tutto sparito per i cognomi che si riferiscono a persone di sesso maschile, mentre viene ancora usato per quelli che si riferiscono a persone di sesso femminile.
Se ci soffermiamo un po’ su questa “stranezza”, possiamo evincere come l’unica funzione in grado di giustificare l’utilizzo dell’articolo davanti al cognome è quella di disambiguare, ovvero suggerire che la persona in questione è di sesso femminile. L’uso dell’articolo “la” diventa, quindi, una marcatura di genere non necessaria, perché crea una distinzione ingiustificata tra uomini e donne.
Attenzione: qui non parliamo di discriminazione, ma solamente di distinzione, che – dal mio punto di vista – potrebbe essere evitata per valorizzare la persona e il suo cognome, indipendentemente dal genere.
In conclusione…
Conoscere il sesso della persona che fa o dice qualcosa, quanto può essere importante o -meglio – quanto può influenzarne il giudizio?
E, al contrario, omettere l’articolo non potrebbe contribuire a decostruire gli stereotipi di genere che associano le donne alla fragilità e a promuovere una visione più paritaria della società?
Non potremmo adottare una regola unica, ovvero che davanti a tutti i cognomi non va l’articolo (o il contrario)?