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AI generativa: ecco le applicazioni più utilizzate dai comunicatori

A poco più di un anno dal lancio di ChatGPT (ne parlavamo qui), l’intelligenza artificiale generativa ha fatto capolino anche tra i professionisti della comunicazione, che hanno iniziato ad utilizzarla affiancandola ai classici strumenti a loro disposizione.

Secondo una recente ricerca realizzata da FERPI e Ipsos, 8 comunicatori su 10 già ne fanno ampio uso, soprattutto per generare testi e immagini o semplificare processi lavorativi, ma anche per scopri personali e ricreativi.

Il 77% di chi ha risposto al sondaggio considera utili o molto utili le applicazioni di AI generativa. Ma quali sono quelle più utilizzate? Vediamole.

8 comunicatori su 10 utilizzano ChatGPT

L’applicazione di AI generativa più utilizzata è ChatGPT, che raggiunge un livello di conoscenza pari al 97% del campione. D’altronde ChatGPT è stato il primo modello conversazionale basato sull’intelligenza artificiale ad essere stato reso disponibile al grande pubblico.

Per chi ancora non lo conoscesse, si tratta di un’applicazione addestrata in modo da comprendere e rispondere ai messaggi degli utenti, rendendo le interazioni simili a una conversazione. Partendo, quindi, da una domanda, ChatGPT è in grado di generare una risposta rielaborando le informazioni con cui è stata “allenata”. Per esempio, è possibile chiedere all’applicazione di “generare un articolo che parli del cambiamento climatico”, farsi suggerire titoli, farsi scrivere un codice informatico, ecc. Peccato che, al momento, le informazioni con cui è stata programmata si fermino al gennaio 2022.

Il 35% ha usato Midjourney

Al secondo posto tra le applicazioni di AI generativa maggiormente utilizzate dai professionisti della comunicazione troviamo Midjourney. Questo programma permette di generare in meno di un minuto un’immagine a partire da una descrizione testuale (prompt) fatta dall’utente.

La sua notorietà si deve alla diffusione sui social di alcune “immagini-fake” abbastanza realistiche, come quella del papa che indossa un piumino bianco alla moda o quella di Donald Trump che viene arrestato.

Per avere un risultato soddisfacente è importante essere il più precisi possibile nel descrivere l’immagine che si vuole generare, specificando, per esempio, lo stile, fornendo un contesto, elencando dettagli e così via.

2 su 10 utlizzano Dall-E

Un’altra applicazione che funziona come Midjourney è Dall-E, sviluppata dalla stessa società di ChatGPT (OpenAI), utilizzata oggi dal 23% degli intervistati. L’interfaccia è più intuitiva rispetto a Midjourney, che invece risulta leggermente più macchinoso.

Al momento il programma offre, ad ogni nuovo utente, un numero di crediti gratuiti (50) che diminuiscono ad ogni immagine generata. Per avere nuovi crediti ci sono due vie: è possibile acquistarli (circa 15 dollari per 100 crediti) oppure aspettare il mese successivo, quando l’applicazione ricaricherà l’account dell’utente con altri 15 crediti.

Non sempre le immagini sono precise: può succedere, per esempio, che l’algoritmo generi una foto di una persona che abbia 6 dita in una mano, ma è molto probabile che le prossime versioni saranno sempre più realistiche.

Solo il 4% dei comunicatori utilizza Bard

Quasi a sorpresa (forse perché ultimo arrivato), Bard, l’applicazione di intelligenza artificiale generativa creata da Google, non viene molto utilizzato dai comunicatori. Solo il 4% del campione ha dichiarato di farne uso. Stessa percentuale anche per Stable diffusion, un altro algoritmo di AI generativa che produce immagini.

Fabio Brocceri
Fabio Broccerihttps://www.fabiobrocceri.it
Sono un giornalista, addetto stampa e comunicatore pubblico. Il mio lavoro consiste nell'aiutare enti, imprese e istituzioni a comunicare meglio. Clicca qui se vuoi saperne di più oppure seguimi sui social.

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